Cosa si intende con negoziazione assistita, quando si applica e perché facilita le procedure all’interno della separazione giudiziale? Qual è il ruolo dell’avvocato di diritto familiare e come può assistere il cliente e il coniuge che richiedono l’istanza di separazione? Per saperne di più su questo argomento basta continuare con la lettura di questa guida, oppure rivolgersi al sito Consulenza Legale Italia, il pool di avvocati competenti con studio dislocato a Padova e a Milano: un servizio di consulenza online per tutte quelle persone che vogliono approcciarsi alla questione, per chi ha esigenza di un preventivo o semplicemente di essere ascoltato da un legale esperto.

Che cos’è il procedimento di negoziazione assistita?

Con il termine di negoziazione assistita si intende un patto, un accordo in cui le parti controverse si impegnano, seguiti da un legale, a risolvere in maniera pacifica e bonaria la questione e il litigio.
La procedura si basa sul modello francese ed è regolamentata dal decreto legislativo 132 del 2014: in sintesi, l’obiettivo è quello di alleggerire le cause legali e portare le controversie il più possibile fuori dai tribunali. Si crea in questo modo una procedura che va oltre il giudiziale (per questo è chiamata stra-giudiziale) utile a risolvere il conflitto.

Il ruolo dell’avvocato di diritto familiare

L’iter di negoziazione assistita può coinvolgere una vasta tipologia di settori, come ad esempio quello automobilistico, ma mai in caso di diritti indisponibili o soggettivi, oppure nell’ambito dei rapporti datore di lavoro-lavoratore.

Ovviamente è una procedura che può essere applicata all’ambito del diritto familiare e durante la separazione. Questo campo è regolamentato dal II capo e dell’articolo 6 del decreto e prevede che i coniugi possano, assistiti dai rispettivi avvocati, giungere ad una sorte di separazione consensuale personale. Questo comporterebbe direttamente la cessazione degli effetti civili previsti dal matrimonio e lo scioglimento legale del legame.
Questo iter si può applicare sia in presenza di prole che meno, con figli portatori di handicap, minorenni o maggiorenni, incapaci e non autosufficienti.

Come si sviluppa la procedura consensuale in caso di separazione?

Nel primo caso l’accordo consensuale è sottoposto al procuratore della Repubblica direttamente collegabile al Tribunale: in mancanze di irregolarità, comunica il nullaosta ai legali dei due coniugi.
In altri casi, invece, il PM valuta se la negoziazione assistita in caso di separazione consensuale mantenga il benessere dei figli. In caso contrario, viene richiesta la comparizione dei coniugi in Tribunale.

Qual è il ruolo dell’avvocato?

La figura legale assiste il coniuge mediante negoziazione assistita obbligatoria e ha il dovere deontologico di proporre l’iter più facile e alleggerito, mantenendo riservatezza e lealtà verso il proprio cliente. L’avvocato ha potere di autenticità e di certificazione delle parti sottoscritte e firmate dai coniugi, ma anche della situazione finale di mancato accordo e di conformità della legalità di tutta l’operazione.
La figura legale e l’avvocato in questione hanno l’obbligo di informare il proprio assistito riguardo tutte le possibilità offerte dalla legge e delle varie vie percorribili, tra cui la negoziazione assistita.
Si tratta di un modo pacifico e piuttosto alleggerito di ottenere una separazione consensuale, senza riempire le aule dei Tribunali, incorrere in spese esose e arrivare allo sfinimento psicologico con un atteggiamento iracondo.
L’obiettivo è quello di preservare la serenità della prole in sede di contenzioso e di mantenere la stabilità mentale e psico-fisica.

Questo, ovviamente, è più probabile quando non ci sono contrasti nella coppia ma si richiede la separazione per la cosiddetta intollerabilità nella convivenza e nella cessione di un legame affettivo.
In caso di colpa, percosse, diffamazione, ingiurie e problemi patrimoniali, la disputa dovrà essere regolamentata da un Tribunale competente.
L’iter di negoziazione assistita nasce per risolvere bonariamente la controversia, per alleggerire il carico psicologico, le tempistiche e le spese legali.

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