Nella maggior parte dei casi, le cause di impugnazione di testamento si rivelano piuttosto complesse e altrettanto lunghe, dal momento che richiedono l’implicazione di vari istituti giuridici; esse, inoltre, quasi sempre presuppongono l’audizione di un numero elevato di testimoni, se non addirittura il ricorso a esperti tecnici: è il caso di un medico legale chiamato ad accertare la possibilità che una certa malattia abbia compromesso la capacità di intendere e di volere di chi ha sottoscritto il testamento, per esempio.

Cosa stabilisce la legge

La legge impone l’obbligo di mediazione preventiva, ma di solito è difficilmente conciliabile l’atteggiamento delle parti se la controparte è rappresentata da un familiare: insomma, quasi sempre il tentativo di giungere a un accordo tra parenti è destinato a fallire. Per questo motivo comincia il giudizio di impugnazione del testamento, a partire dall’esame delle diverse eccezioni: le violazioni delle norme sui criteri sostanziali e sui criteri formali, ma anche le eccezioni sulla lesione della cosiddetta legittima o sui vizi di volontà. Non tutti sanno, tra l’altro, che i testamenti che sono scritti al computer vengono considerati nulli, al pari di quelli fatti firmare ad anziani infermi ma redatti da altri.

Quando un testamento può essere annullato

Non occorre che ci sia una sentenza ufficiale di interdizione per poter appurare uno stato di incapacità mentale che consenta di annullare un testamento: basti far riferimento alle numerose circostanze di persone anziane affette da demenza senile. Allo stesso modo, sono annullabili le ultime volontà che compromettono la quota di eredità minima a cui hanno diritto i familiari stretti. Il consiglio, ai fini della redazione di un testamento, è sempre quello di affidarsi a un notaio a Roma per poter usufruire della competenza e dell’esperienza di un professionista del settore.

Impugnare il testamento: entro quanto tempo lo si può fare?

termini che devono essere rispettati per fare causa cambiano in base al tipo di vizio che deve essere sollevato. Nel caso in cui si voglia contestare un testamento falso, infatti, non possono passare più di 5 anni dal momento in cui è stata aperta la successione; se, invece, il testamento viene contestato per incapacità, il limite previsto è di 5 anni, calcolato dalla data in cui le disposizioni testamentarie sono state eseguite. Infine, i termini sono di 10 anni dall’apertura della successione quando a essere contestata è la lesione di legittima.

Il testamento è sempre impugnabile?

L’autore di un testamento ha sempre la possibilità di modificarlo o di revocarlo: ciò vuol dire che esso può essere impugnato unicamente dopo la morte del testatore. Gli eredi che anche prima del decesso dovessero essere consapevoli di una possibile causa di invalidità non hanno la facoltà di contestarlo né quella di difendersi prima della scomparsa del testatore. I difetti di capacità del testatore, i vizi di forma del testamento e i vizi di sostanza costituiscono le tre categorie di motivazioni che consentono l’impugnazione di un testamento. Si parla di difetti di capacità nel momento in cui la capacità di intendere e di volere del testatore è stata compromessa da una malattia grave. I vizi di forma, invece, sono quelli che si riscontrano quando un testamento non è stato firmato o non riporta la data, ma anche quando è stato scritto con un mezzo meccanico. Infine, i vizi di sostanza si rintracciano nel caso in cui le quote di legittima siano violate dal testamento o lo stesso sia il risultato della coartazione altrui.