Un’alimentazione personalizzata ai propri bisogni reali equivale ad avere una marcia in più. Vale sia per la vita di tutti i giorni che per chi pratica sport amatoriale, ma lo è ancor di più per chi ha fatto del fisico la ragione del proprio successo professionale. Uno dei settori dove la cura dell’alimentazione ha raggiunto ormai livelli d’importanza elevatissimi è sicuramente lo sport.

IL MODELLO CR7 – I grandi atleti, dai top player a quelli meno noti, danno infatti sempre più importanza a come alimentarsi al meglio seguendo programmi studiati, su misura per ognuno di loro, da professionisti della nutrizione. Un esempio eclatante è quello di Cristiano Ronaldo, un vero maniaco dell’alimentazione che ogni giorno fa sei piccoli pasti a distanza di circa tre ore uno dall’altro. Perché? Per mantenere il suo metabolismo attivo, e nel contempo avere sempre una riserva di energia per ogni allenamento o partita. Una cura minuziosa che parte fin dal mattino, con una colazione esclusivamente salata: uova, toast con prosciutto cotto, formaggi magri e spremute di agrumi.

Non c’è però solo CR7 a preoccuparsi della propria alimentazione. Tutte le grandi squadre, ormai, hanno all’interno dei loro staff figure che si occupano a tempo pieno del cibo, calcolato in base agli impegni sportivi, sia prima della gara, per arrivare nello stato di massima forma all’appuntamento con il campo, che dopo per favorire il recupero delle forze nel modo più rapido possibile e con le migliori condizioni. Anche a causa del sempre maggior numero d’impegni che coinvolgono ormai i grandi club, se parliamo di sport di squadra, e i singoli atleti, nel caso di attività individuali come l’atletica, il tennis o il pugilato.

DAL MILAN ALLA JUVENTUS – Il calcio, al riguardo, è una vera e propria palestra di alimentazione. Sempre più spesso, infatti, la condizione atletica viene alimentata tanto in palestra che seduti a tavola. Gli stessi esperti del settore sono ormai contesi dai club come i grandi giocatori, lo mostra la corte spietata fatta dalla Juventus a Daniele Tognaccini, per anni responsabile del centro rossonero Milan Lab, passato quest’estate al servizio del team guidato da Maurizio Sarri.

IL SEGRETO DI GUARDIOLA – Una delle squadre più forti d’Europa, il Manchester City, ha fatto della cura dell’alimentazione la base dei suoi successi. Se Guardiola è riuscito a dominare la Premier League negli ultimi anni, facendo sì che gli Sky Blues siano la squadra favorita dai pronostici per la prossima stagione, lo deve soprattutto alla nutrizionista Silvia Tremoleda. Gli uomini guidati dal tecnico catalano, di norma, si ritrovano al campo d’allenamento fin dalla colazione. A curare la dieta c’è uno staff composto da specialisti e chef qualificati in arrivo da Inghilterra, Francia e Spagna con Silvia Tremoleda, che già aveva lavorato con Guardiola al Barcellona. Con i blaugrana l’esperta nutrizionista aveva fatto un ottimo lavoro, a partire da Lionel Messi, aiutato a riprendersi da una serie di guai fisici con la giusta dieta.

Non viene dimenticato nemmeno il gusto personale dei calciatori, in un mix di necessità fisiche e abilità nel garantire, psicologicamente, un riscontro positivo. Per esempio, il giorno del match le regole si allentano, proprio per questo motivo: Aguero e Otamendi seguono infatti una dieta senza glutine, mentre a Leroy Sane viene consentito di mangiare pane e banana, oltre che dare a tutti uno specifico mix di vitamine, integratori alimentari e frullati proteici.

LEBRON JAMES – Anche fuori dal calcio, i grandi atleti riempiono il proprio stomaco con grande attenzione, specie se non sono più giovanissimi. Un modello è LeBron James, uno dei cestisti più forti (e pagati) del basket a stelle e strisce. L’ala piccola dei Los Angeles Lakers ha spiegato più volte: “Sono sempre stato attentissimo a nutrirmi in modo pulito perché ho sempre ambito a una lunga carriera senza intoppi. Il segreto? Niente zuccheri, bevande artificiali e cibi fritti”, un impegno non facilissimo considerata l’alimentazione tipo degli Usa, dove fritture e dolci di certo non mancano.

Per essere un vero campione, però, bisogna fare qualche sacrificio. Anche a tavola!