In Italia, sono circa un milione le famiglie morose in bolletta, e cioè non in grado di provvedere al regolare pagamento delle bollette. Qualche settimana fa, per altro, è stata diffusa la notizia secondo la quale a compensare i debiti dei morosi sarebbero coloro che pagano in maniera regolare, in virtù della delibera 50/2018 dell’Arera, l’Autorità di Regolazione dell’Energia, frutto delle pronunce del Consiglio di Stato e della giustizia amministrativa. Ma è davvero così? Per scoprirlo è opportuno conoscere nel dettaglio in che modo è strutturato un contratto relativo alla fornitura di energia elettrica.

Cosa paghiamo

Le voci che lo compongono sono molte, ma possono essere raggruppate in alcune categorie: la spesa per l’energia elettrica, la spesa per la materia prima energia, la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, la spesa per il gas metano, la spesa per gli oneri di sistema, il trasporto dell’energia elettrica, il trasporto del gas e le imposte, che comprendono l’IVA e le accise. Tanto nella fattura del gas quanto nella fattura della luce sono presenti gli oneri di sistema, i quali sono stabiliti dall’Autorità a cadenze regolari: ciò vuol dire che i singoli fornitori non hanno potere di intervento su di essi né possono modificarli. Ciascun cliente paga, quindi, molteplici tasse: le imposte propriamente dette, le accise e l’Iva, ma anche – appunto – gli oneri, che sono definiti parafiscali. Essi includono varie attività che hanno a che fare con il sistema del gas e con il sistema elettrico, e sono addebitati in maniera indistinta a tutti i clienti domestici.

Alcuni operatori attivi nel settore luce sono andati incontro a fallimento per colpa del numero elevato di clienti morosi: non semplici famiglie, ma per la maggior parte piccole e medie imprese. Ebbene, l’Autorità ha deciso di prendere in esame questa situazione, per valutarne le conseguenze. Ma che cosa è successo nel caso delle imprese di distribuzione che sono fallite? Molto semplicemente esse si sono preoccupate di versare allo Stato gli oneri generali, ma in seguito non sono riuscite a recuperarli proprio perché i rispettivi clienti si sono dimostrati morosi.

Che cosa succederà d’ora in avanti?

L’Autorità, attraverso il provvedimento che ha suscitato così grande disapprovazione nei giorni scorsi, avrebbe intenzione di permettere alle imprese di distribuzione che hanno versato gli oneri generali ma che non hanno potuto riscuoterli, di recuperare gli oneri stessi. In altri termini, non è vero che le famiglie italiane saranno chiamate a compensare i debiti lasciati dai morosi e a pagare anche per le loro bollette, così come non è vero che le fatture successive a quella del mese di aprile 2018 faranno registrare un rincaro di 35 euro. Si tratta di notizie false che sono state diffuse senza che prima ci si preoccupasse di verificarle. I consumatori non devono temere, dunque, bollette più salate, anche se vale sempre il consiglio di mettersi in cerca di offerte per la fornitura di luce più convenienti.

Che cosa si può fare per risparmiare?

L’Autorità per il momento non ha reso ufficiale nessun provvedimento, e non è facile preconizzare che cosa potrebbe succedere. I consumatori, dal canto loro, possono risparmiare in tanti modi: per esempio razionalizzando i consumi, ricorrendo a elettrodomestici di classe energetica elevata e prestando attenzione alle tariffe orarie previste dai rispettivi contratti, in modo tale da usare energia – per far andare la lavatrice o la lavastoviglie, per esempio – quando viene fatta pagare di meno. Resta utile, poi, l’accorgimento di usufruire di un comparatore di tariffe online per verificare e scoprire le offerte più vantaggiose a disposizione sul mercato al momento.