Fumare è vietato sempre in più località della costa, ma per la sigaretta elettronica è un discorso diverso?

Ogni estate, quando incomincia la stagione balneare, sempre più amministrazioni comunali si trovano costrette a vietare il fumo di sigaretta sulle spiagge dei propri litorali.

I motivi sono lampanti: evitare di dare fastidio (e danneggiare) chi ci sta intorno e salvaguardare la natura dall’inquinamento.

Sottolineando la legittimità del divieto – visti i comportamenti scorretti di una parte dei vacanzieri negli anni addietro – è dunque bene informarsi preventivamente riguardo alle regole vigenti nelle località in cui si va a villeggiare.

Ma gli stessi divieti che valgono per le sigarette tradizionali, sono i medesimi anche per le sigarette elettroniche?

Non proprio.

Vediamo perché.

La differenza tra fumo di tabacco e vapore elettronico.

Per comprendere appieno la differenza tra gli effluvi delle sigarette combuste e di quelle elettroniche, bisogna valutare entrambe le “produzioni aeree” da tre punti di vista diversi:

  1. Tecnico
  2. Pratico
  3. Legale

Come ci insegna l’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR), il fumo di sigaretta, dal punto di vista tecnico, è un mix di gas (87%), micro-particelle solide (8%) e vapore acqueo (5%), derivante dalla combustione del tabacco – arricchito con altre sostanze chimiche – e della carta che lo avvolge.

Le sostanze che si sprigionano sono raggruppabili in 4 insiemi:

  • Catrame
  • Agenti ossidanti
  • Monossido di carbonio
  • Nicotina

Il fumo arreca danni alla salute di chi lo inala, sia al fumatore attivo che quello passivo, portando a disfunzioni, malattie e talvolta la morte.

Nella pratica, fumare fa male a chiunque respiri le esalazioni della sigaretta e può infastidire le persone attorno, oltre che inquinare l’aria con elementi tossici e nocivi per l’ambiente.

Legalmente parlando, il fumo di tabacco è commercialmente controllato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ed è concesso a patto che non venga prodotto in ambienti pubblici chiusi come i negozi, i cinema e i trasporti (Legge anti-fumo del 2003), a meno di apposite sale fumatori o locali privati chiusi al pubblico.

Per quanto riguarda la sigaretta elettronica, invece, a livello tecnico ci troviamo di fronte all’aerosol di un e-liquid, composto dai seguenti ingredienti:

  • Glicole Propilenico (PG)
  • Glicerina Vegetale (VG)
  • Acqua depurata
  • Aromi
  • Eventuale nicotina

Dal punto di vista salutistico, il vapore dell’e-cig non è ovviamente una boccata d’aria fresca di mare, ma si tratta di un’alternativa nettamente meno invasiva e dannosa del fumo di tabacco, addirittura del 90% in meno secondo il Public Health England (Agenzia Esecutiva del Dipartimento della Sanità e dell’Assistenza Sociale nel Regno Unito).

A livello legislativo, i prodotti da vape – tra cui liquidi ed hardware – sono commercializzati in Italia sotto la stretta sorveglianza di ADM, che ne regola la vendita nei negozi fisici e negli svapo shop online.

Attualmente non esiste alcuna legge che vieti di svapare nei luoghi pubblici, trattandosi di vapore e non, appunto, di fumo.

In tal senso i due elementi non sono assolutamente equiparabili, poiché si tratta di sostanze di natura differente. Come riferisce la Sottosegretaria alla Salute Jo Churchill in UK, non vi sono prove della tossicità indiretta del vapore delle sigarette elettroniche, motivo per il quale le e-cig in Inghilterra possono essere utilizzate anche nei luoghi pubblici al chiuso.

Bene, dopo questo excursus sulle differenze tra fumo di sigaretta e vapore elettronico, possiamo tornare al nostro argomento principale, ovvero svapare in spiaggia.

Si può svapare nelle spiagge dove è proibito fumare?

Se a livello nazionale non esiste una legge che vieti – in linea generale – di fumare all’aperto e in spiaggia, tantomeno può essercene una che impedisca di praticare lo svapo al mare. È, ad ogni modo, sempre severamente vietato (a norma di legge) gettare i filtri di sigaretta e rifiuti di simil genere sulla sabbia.

Attenzione, però: sebbene la legge italiana non si pronunci al riguardo, può liberamente farlo quella comunale.

Sono, infatti, tantissime le amministrazioni che hanno deciso negli ultimi anni di imporre tale proibizione, con l’intento di salvaguardare i litorali dall’inquinamento dell’aria e delle spiagge, dove (purtroppo) ancora troviamo migliaia di mozziconi di sigaretta abbandonati da persone poco coscienziose.

Il problema è, dunque, di natura salutistica (a protezione dei “fumatori passivi”, in particolare i bambini e i soggetti più a rischio) ed ecologica.

Chi trasgredisce un’ordinanza comunale in corso di validità e viene colto in flagrante, rischia una sanzione amministrativa (non penale) fino a 500€, pagabili con una riduzione del 30% se saldati entro 5 giorni dell’emissione del verbale, in virtù di quanto dice la legge 98/2013.

Il dubbio assale, qui, tanti utenti: ma lo stesso discorso vale anche per le e-cig?

In realtà no, o meglio, in tal senso il vapore elettronico non è considerato alla stessa stregua del fumo. Perciò, a meno di specifiche diciture che vietino la sigaretta elettronica oltre a quella tradizionale, laddove è vietato fumare si può comunque svapare.

Ovviamente, è buona norma farlo in maniera intelligente e responsabile, evitando di creare cortine di nebbia addosso ai vicini di ombrellone e senza abbandonare alcun rifiuto sulla sabbia, tra cui le boccette esaurite di liquido e i filtri usa e getta delle pod mod di ultima generazione.

Inoltre, trattandosi di dispositivi dotati di batteria, è sempre bene tenerli all’ombra e protetti dal sole per evitare qualsiasi problema relativo al surriscaldamento, discorso altrettanto valido per i telefoni cellulari e tecnologie elettroniche simili.