Per la creazione dei sistemi di trattamento e di distribuzione dell’aria, è sempre più comune il ricorso ai canali microforati: una tendenza che deriva dalla costante necessità di diminuire i consumi energetici degli immobili, un obiettivo che si può raggiungere solo incrementando i livelli di efficienza. I microfori servono, appunto, a diffondere l’aria: i canali che ne sono dotati non hanno bisogno, pertanto, delle bocchette di diffusione. I fori, per altro, non sono tutti uguali: variano sia per la tipologia che per la quantità a seconda del flusso di aria che deve essere gestito dall’impianto di trattamento aria.

Il produttore Prihoda

Tra i canali microforati produttori più conosciuti al mondo, una menzione speciale va attribuita al marchio Prihoda, nato in Repubblica Ceca (deve il nome al proprio fondatore, Zdenek Prihoda) e poi cresciuto fino a raggiungere una motivata reputazione internazionale. La tendenza a una costante innovazione è il punto di forza di questa azienda, leader nel campo dei diffusori e dei condotti tessili.

Come sono fatti i canali microforati

Nella maggior parte dei casi i canali microforati sono realizzati in metallo o in tessuto: essi possono essere impiegati non solo in ambito residenziale, ma anche in contesti industriali. I sistemi di trattamento aria destinati a climatizzare gli edifici in ogni periodo dell’anno comprendono, oltre all’unità di trattamento aria, i diversi canali che servono a distribuire l’aria negli ambienti. L’aria degli ambienti può essere miscelata con l’aria esterna dall’unità di trattamento aria, che in questo modo può favorire il ricambio (a cui, in alcuni casi, provvede un normale split canalizzato). I microfori contribuiscono a incrementare il livello di efficienza che contraddistingue i canali di distribuzione, che da questo punto di vista offrono performance senza dubbio migliori rispetto a quelle dei canali con le bocchette. Questi ultimi, per di più, necessitano di una manutenzione più elaborata.

Il concetto di induzione

Per spiegare e capire in che modo funzionano i canali microforati non si può che fare riferimento al concetto di induzione. Si tratta di un fenomeno fisico che coinvolge non solo i sistemi microforati, ma anche le bocchette di diffusione. In pratica, il flusso di aria che fuoriesce dai fori o dalla bocchetta di un canale di mandata, per effetto della velocità che lo contraddistingue fa sì che l’aria circolante sia trascinata con il flusso stesso. Di conseguenza, l’aria indotta finisce per miscelarsi con l’aria principale del flusso, ed è in questo modo che si possono ottenere le condizioni ambientali di benessere auspicati.

Il rapporto tra induzione e canali microforati

La progettazione dei canali microforati viene studiata proprio per esaltare il più possibile l’induzione, la quale è dovuta alla velocità del flusso che fa sì che i tempi di miscelazione dell’aria si possano ridurre. Ecco, quindi, che un fenomeno come quello della stratificazione dell’aria può essere limitato, ed è molto meno evidente rispetto a quel che avviene con i sistemi di distribuzione che prevedono le bocchette. La scelta dei materiali di composizione dei canali microforati non tiene conto unicamente delle esigenze di funzionalità ma si basa anche sul design: si spazia dal rame al materiale tessile, passando per acciaio inox e lamiera zincata.

La ricerca del risparmio

I canali tessili costano di meno di quelli in metallo, sia perché il tessuto ha un prezzo più basso, sia perché la stessa procedura di installazione è più economica. Inoltre, i tessuti possono essere sanificati in tempi brevi, e permettono di scegliere materiali ecocompatibili con un vasto assortimento di colorazioni. La finitura antistatica, invece, impedisce che l’elettricità statica vada a caricare il materiale, annullando ogni genere di rischio per le persone.