Il nostro paese è per un certo verso il più fortunato di tutti grazie al valore dei beni culturali che nel corso di almeno due millenni si sono accumulati in un territorio relativamente piccolo. Per noi italiani è la norma girare tra grandi opere del passato ed allo stesso tempo godere di un privilegio che nessuno al mondo può vantare.
E’ talmente ampio il patrimonio culturale italiano che ci vorrebbe un’associazione di carattere mondiale in grado di procurare patrimoni ingenti per la sua salvaguardia. In Italia non manca la sensibilità rispetto a questo argomento, e ci pensa il FAI (Fondo Ambiente Italiano), a promuovere il recupero di monumenti piccoli o grandi che per mancanza di fondi non possono essere ammirati e curati come si deve.
Sono le giornate di primavera del FAI che mettono in luce angoli che non sono al centro dei percorsi dei turisti, o che magari aprono per alcuni giorni per dimostrare, se non ce ne fosse ancora bisogno, quanta ricchezza culturale rimane celata. Il mondo delle donazioni fa molto, in un periodo in cui dal pubblico i segnali non sono entusiasmanti a causa dei tagli di bilancio che di anno in anno si susseguono.
Sono le contraddizioni di un paese particolare come il nostro che è gravato da questo immenso oro non abbastanza valorizzato ed in grado di auto-sostenersi. Non si tratta di non sapere gestire l’immenso patrimonio di cui siamo tutti eredi, ma del fatto che sono gioielli rari ma sparsi in tutto il territorio ed ognuno meriterebbe di essere accudito. Persino noi non teniamo in giusto conto questo argomento e non lo poniamo al centro del dibattito mondiale.
Quale nazione deve occuparsi di un simile patrimonio culturale? nessun paese. Probabilmente ciò che c’è in Italia supera di gran lunga ciò che c’è nel resto del mondo in tema di beni culturali. Per questo motivo riteniamo giusto sostenere il Fai, sono migliaia di volontari che scendono in prima linea e mostrano tutto il loro amore per il paese. Li muove la sensibilità e a loro va il ringraziamento di tutti noi italiani, consapevoli che se questa nazione è considerata la più bella del mondo, è perché qualcuno cerca di occuparsene.
I teatri italiani e il FAI
Il FAI è famoso anche per rendere visibile il patrimonio culturale attraverso progetti di cura e salvaguardia che hanno un nome ed un cognome. I teatri italiani rappresentano la storia del teatro mondiale. Ce ne sono moltissimi ancora attivi e valorizzati quanto basta. Ce ne sono alcuni particolari ed unici. E’ il caso del Teatrino di Vetriano, che con i suoi 71 metri quadrati, e i suoi 60 posti in platea e 20 su due ordini di balconate, è inserito nel Guinness World Records Book, per essere considerato nella classifica dei teatri piccoli al mondo.
Si trova sui monti della Lucchesia, ed è stato trasformato in teatro a fine Ottocento partendo da un fienile. Il recupero da parte di FAI del teatrino di Vetriano è un impegno lodevole che ha una storia antica. Nel 1889 l’ingegnere Virgilio Biagini affidò alla comunità un fienile da trasformare in un teatro. Furono soprattutto i contadini a mostrare contentezza per il progetto, al punto tale da autotassarsi per finanziare la costruzione del piccolo teatro paesano. Ci volle un solo anno e nel 1890 tutto era già pronto per il debutto. Il successo fu molto rapido ed acquisì una notevole fama nella zona. Il tempo e le vicissitudini lo fecero quasi scomparire fino a che gli eredi dell’Ingegner Biagini, nel 1997, chiesero al FAI di prendersene cura per riportalo a come era nel tardo ‘800. Un piccolo angolo d’Italia stupefacente ed autentico.