Reddito di cittadinanza - politiche attive

Anpal Servizi S.p.A., la società incaricata di gestire le cosiddette politiche attive correlate al Reddito di Cittadinanza, ha pubblicato dei dati sul proprio sito Internet ufficiale nel mese di febbraio riguardanti l’impiego lavorativo dei cittadini coinvolti nel progetto in quanto beneficiari di tale misura di welfare.

Prima di analizzare le statistiche è opportuno ricapitolare tutto ciò che corrisponde al progetto di politiche attive che il Governo ha voluto intraprendere con l’obiettivo di ricollocare a livello lavorativo e sociale le fasce di popolazione economicamente più deboli.

Il Reddito di Cittadinanza e le politiche attive ad esso abbinate

Come ormai risaputo, il Reddito di Cittadinanza è un sussidio che lo Stato eroga a beneficio di quei cittadini che, avendo un ISEE particolarmente basso, versano in condizioni di forte indigenza; il sussidio è erogato tramite una card che consente solo determinate tipologie di acquisti e il percettore deve necessariamente spendere quanto gli viene riconosciuto per le sue necessità primarie, dunque non può risparmiare.

Luigi Di Maio, che è stato Ministro dello Sviluppo Economico fino a settembre 2019, ha ribadito in più occasioni che il Reddito di Cittadinanza non è uno strumento assistenziale ma è mirato a trovare una collocazione lavorativa a ogni percettore, con l’eccezione di coloro che sono esonerati per le più disparate ragioni.

Il ruolo dei centri per l’impiego e la nascita dei navigator

Il Ministro Di Maio ha parlato più volte, in quest’ottica, di riqualificazione dei centri per l’impiego e ha inserito in questi uffici pubblici delle nuove figure, i cosiddetti navigator, che sono circa 3.000 in tutta Italia.

Il navigator ha il compito di guidare il percettore del reddito verso una collocazione lavorativa, e può farlo in diversi modi: sicuramente è importante che rastrelli tutte le offerte di lavoro disponibili sul territorio, allo stesso modo può occuparsi anche della formazione dei cittadini per renderne più agevole l’inserimento lavorativo.

Volendo fare un esempio, se un navigator è a conoscenza del fatto che un’azienda del territorio sta cercando un disegnatore meccanico, può proporre al cittadino di seguire un corso su Solidworks o programmi analoghi presso un ente di formazione blasonato come può essere PuntoNetFormazione.

Cosa rivelano le statistiche fornite da Anpal Servizi S.p.A.

Circa 6 mesi dopo l’ingresso operativo di queste nuove figure, nonché quasi un anno dopo l’erogazione dei primi sussidi, Anpal Servizi S.p.A. ha pubblicato dei dati riguardanti i risultati ottenuti in termini di impiego occupazionale dei percettori del Reddito, consultabili a questo link.

Anpal Servizi S.p.A. ha evidenziato il fatto che nel momento di pubblicazione dei dati, ovvero a febbraio, i titolari di Reddito di Cittadinanza che hanno ottenuto un impiego sono stati 39.760 su un totale di 908.198 persone che, usufruendo del beneficio, dovrebbero obbligatoriamente sottoscrivere il cosiddetto Patto per il Lavoro, ovvero l’impegno formale a cercare lavoro e ad accettare delle offerte da parte degli operatori.

La stessa Anpal Servizi S.p.A. ha specificato tuttavia che, nel momento in cui sono stati pubblicati tali dati, sono stati convocati 529.290 cittadini rispetto al totale appena menzionato.

Solo pochi di questi contratti sono stabili

I lavori in questione, tuttavia, sono stabili soltanto per una bassa percentuale: i dati di Anpal Servizi S.p.A. evidenziano infatti che il 19,7% dei casi corrisponde ad un contratto a tempo indeterminato, mentre il 65,2% del totale riguarda contratti a tempo determinato, le quote restanti riguardano invece contratti di apprendistato, di collaborazione e di altre forme.

Sulla base di quanto pubblicato da Anpal Servizi S.p.A., inoltre, non è dato sapere se questi cittadini abbiano trovato un impiego proattivamente, dunque occupandosi in modo autonomo della ricerca, oppure perché i navigator e i centri per l’impiego hanno fornito loro delle proposte.