La ceramica Raku (il termine Raku significa vivere con gioia e armonia la natura) è ottenuta con una particolare tecnica di seconda cottura dell’argilla che viene effettuata in un forno a gas; il pezzo viene estratto a caldo con speciali pinze, indossando protezioni contro l’elevato calore e viene poi posto in un contenitore metallico contenente segatura, foglie o carta dove il pezzo prende fuoco e la magia del Raku si compie.
Per realizzare oggetti in ceramica Raku è necessario dotarsi di un forno speciale, che può assumere caratteristiche diverse a seconda dell’utilizzo che se ne intende fare e della dimensione degli oggetti che si realizzano.
Il forno in questione può essere utilizzato sia per la prima cottura (con la quale si crea il biscotto) sia per la seconda cottura.
La caratteristica particolare di questo forno è che è a gas e quindi ci deve essere un imbocco per l’ingresso del fuoco e del calore. Perché il fuoco non vada direttamente sui pezzi di ceramica, si posiziona una sorta di piastra in materiale refrattario che funge da frangifiamme e separa la ceramica dal fuoco. Oltre a questo foro per l’ingresso del fuoco, c’è un altro foro per lo sfiato dei fumi.
E’ bene sottolineare che la cottura Raku va fatta sempre all’aperto con la massima attenzione.
I forni possono essere più o meno sofisticati, si possono realizzare anche in casa partendo da una pentola in alluminio o da un bidone metallico fino ad arrivare ai forni industriali di grandi dimensioni capienti e sofisticati.
Il forno all’interno deve essere rivestito con lastre di fibra di ceramica che ha l’importante funzione di isolare e di trattenere il calore.
Questi forni possono essere di diverse tipologie:
– a pozzetto e quindi il carico e lo scarico degli oggetti si effettua dall’alto;
– a ‘campana’ con una sorta di copertura che viene posizionata su una base di mattoni;
– tradizionali con la porta frontale e vari ripiani su cui si possono appoggiare gli oggetti.
La scelta del tipo di forno dipende dalla dimensione degli oggetti che bisogna realizzare.
Quando si cuoce con la tecnica Raku, il forno deve raggiungere temperature elevate; in particolare nella seconda cottura la temperatura varia tra 850 e 1000 gradi a seconda della tipologia di smalto (alcune tipologie di smalto, come ad esempio lo smalto di colore rosso, fondono a temperature più basse, invece i colori metallici hanno bisogno di maggiore calore) e quando non è presente il termometro, il buco che si utilizza per lo sfiato verrà utilizzato anche per vedere se lo smalto è pronto. Quando lo smalto diventa vitreo ovvero sudato, allora il pezzo è pronto per essere estratto dal forno utilizzando guanti e grandi pinze e viene ‘immerso’ in un contenitore metallico contenente materiale combustibile.
La costruzione ‘in economia’ di un forno Raku, per coloro che utilizzano e conoscono bene questa tecnica, ha un fascino tutto particolare in quanto rappresenta un piccolo contributo personale alle mutazioni degli elementi alla base dell’intero processo che questa tecnica racchiude: argilla, colori, aria e fuoco.