In Europa, il Paese che garantisce le condizioni di sicurezza migliori dal punto di vista del gioco d’azzardo è la Danimarca. A stabilirlo sono i risultati di uno studio che è stato effettuato dalla City University di Londra su iniziativa dalla European Gaming and Betting Association. La Egba è un ente che raccoglie i proprietari delle più importanti imprese del gambling del Vecchio Continente: la ricerca è nata con l’obiettivo di verificare se e quanto siano sicure le leggi del settore nella Ue.

I risultati dello studio

L’indagine, denominata “Consumer protection in Eu online gambling regulation”, ha permesso di scoprire che tutti i Paesi hanno individuato un limite di età al di sotto del quale non è consentito l’accesso al gioco digitale, ma che solo in 22 casi la soglia è quella dei 18 anni. Tra gli obiettivi dello studio c’è quello di fornire un quadro chiaro e completo a proposito dello stato dell’arte e delle prescrizioni dei vari ordinamenti continentali per ciò che concerne il gioco di azzardo digitale, anche per identificare le eventuali discrepanze rispetto alle prescrizioni comunitarie. Sono 22 gli Stati nei quali dopo la registrazione ai siti viene imposto un iter di verifica che serve ad accertare le generalità che i giocatori hanno comunicato.

La situazione europea

Se per chi si iscrive a netbet.it le condizioni di sicurezza e di regolarità sono rispettate, non è detto che ciò avvenga anche con altri casinò online. Uno dei problemi più significativi in questo ambito è rappresentato dal fatto che a livello continentale non è stata ancora individuata una giurisprudenza unica su questo tema, e il solo riferimento normativo è costituito dalle linee guida che sono state diffuse cinque anni fa attraverso la Commission Recommendation che risale al luglio del 2014. Si tratta di un documento che la Commissione Europea ha messo a punto con la finalità di delineare i principali capisaldi di una pratica del gambling online regolare. In queste linee guida sono incluse anche normative che hanno a che fare con la comunicazione commerciale, mentre un punto focale è rappresentato dalla tutela dei giocatori, e in particolare dei minori, nei confronti dei quali dovrebbero essere attuate delle strategie di prevenzione.

Regole non vincolanti

Come si è detto, e come il nome stesso lascia intuire, quelle della Commission Recommendation sono solo raccomandazioni: in altri termini, non si tratta di leggi che abbiano un carattere vincolante, ma sempliceemente di un invito a mettersi in regola. Se, però, i Paesi a cui tali consigli sono rivolti decidono di non adeguarsi, non cambia nulla e non vengono applicate delle sanzioni. Si riteneva che nel 2017 sarebbe arrivata una vera e propria legge sul tema, ma tutti i progetti in questo senso si sono arenati, ed è per questo motivo che ancora oggi il quadro legislativo a livello europeo è ben poco omogeneo. Gli esiti della ricerca londinese lo dimostrano in pieno.

Luci e ombre

Dai risultati dell’indagine si evince che in Europa i Paesi che impongono la registrazione di un account per il gioco d’azzardo digitale sono 25, mentre sono solo 13 gli Stati in cui è previsto che le pubblicità per il gioco contemplino la comunicazione del divieto per i minori. La possibilità di autosospensione che viene garantita agli utenti dei tavoli di gioco virtuali è offerta in 23 Paesi, anche se tra questi ben 9 non prevedono un registro nazionale degli autosospesi. Per di più, gli Stati non comunicano tra loro, nel senso che i dati relativi ai giocatori autosospesi non vengono condivisi né cmunicati agli organi che devono trattare le ludopatie e i casi di dipendenza.

E in Italia?

Per una volta, il nostro Paese fa bella figura in questo ambito, dal momento che in Italia i meccanismi di controllo dimostrano di funzionare in maniera appropriata e nel rispetto dei parametri suggeriti a livello europeo. Qui, infatti, chi vuole divertirsi e giocare su un portale con licenza italiana deve iscriversi e creare un account di gioco regolare, il quale viene concesso solo in seguito all’identificazione di dati validi e con controlli restrittivi. La licenza viene concessa dall’Adm, l’Agenzia dogane e monopoli, organo di controllo che un tempo era noto come Aams.

Vi sono, comunque, dei margini di miglioramento su cui si può lavorare: per esempio, ci vogliono 30 giorni per il controllo degli estremi che i giocatori forniscono, e in questo lasso di tempo è comunque possibile giocare. In base agli standard europei, sarebbe opportuno velocizzare tale prassi. Va detto, comunque, che le società di gambling hanno la facoltà di sospendere per giusta causa i giocatori, e questi ultimi a loro volta possono decidere di autosospendersi, per uno, due o tre mesi, ma anche per sempre. Nel caso in cui si opti per un’autosospensione permanente, si può comunque tornare sui propri passi, ma non prima di sei mesi.