Per gli amanti del vino metodo classico, non c’è niente di peggio di un abbinamento sbagliato per rovinare una cena o addirittura una serata intera. In termini di accostamento, l’errore più grave che si possa commettere è il metodo classico brut con i dessert. I dolci, infatti, non devono essere abbinati per contrasto, ma per armonia: in altri termini il cibo dolce non si accompagna bene con un vino secco ma con un vino dolce. Un metodo classico dolce, dunque, mal si adatta al panettone o al pandoro: il rischio che si corre è quello di avvertire un gusto aspro al palato. Le flûte di metodo classico dovrebbero essere messe al bando anche in presenza di piatti che si contraddistinguono per note acidule: è il caso dei sottaceti e delle sarde in saor. Infine, sono poco raccomandati anche i dolci a base di liquore, di caffè o di cioccolato.

Gli abbinamenti per contrasto

Gli abbinamenti per contrasto vanno evitati solo con i dolci, mentre in tutti gli altri casi garantiscono risultati più che apprezzabili. Ovviamente è opportuno tenere in considerazione la presenza di anidride carbonica all’interno di questo tipo di vino: ecco perché il metodo classico si rivela ideale quando si ha la necessità di sgrassare un po’ il palato. Un suggerimento per un accoppiamento convincente potrebbe essere, per esempio, quello con i fiori di zucca fritti, ma si possono provare anche fish and chips o un tradizionale fritto di pesce misto.

Il metodo classico e il pesce

Come si può ben capire, il pesce sa valorizzare il vino metodo classico. Ciò è vero a maggior ragione nel caso in cui venga cotto ai ferri: ecco che si può propendere per uno spumante piuttosto fresco, capace di contrastare le note della griglia che sono tipicamente amarognole.

Cosa mangiare con un vino metodo classico

I vini metodo classico possono essere portati in tavola anche per accompagnare una mozzarella di bufala, un latticino che si caratterizza per una tendenza dolce e una evidente cremosità: caratteristiche che danno vita a un contrasto con il vino all’insegna di una perfetta armonia. Tra i contrasti più felici, poi, ci sono quelli con i risotti cremosi, ma questo discorso vale anche per gli spaghetti. I piatti grassi prediligono i vini piuttosto acidi e che sono ricchi di sapidità e di effervescenza. Il metodo classico riflette tutte queste caratteristiche e ha il merito di equilibrare la tendenza dolce che si riscontra nella pasta o nelle patate per effetto dell’amido.

Gli abbinamenti per armonia

Ovviamente il metodo classico si presta anche agli abbinamenti per armonia: si potrebbe cominciare con un piatto di spaghetti alla marinara o con una pasta dal condimento ricco e saporito, se si ha a disposizione un metodo classico dai sentori di crosta di pane, fragrante e giovane. Un vino simile esalta in modo eccellente sia le scaglie di Grana Padano che quelle di Parmigiano Reggiano, mentre un abbinamento sorprendente, ma proprio per questo destinato a risultare molto gradito, è quello con i tortelli di zucca.

Cosa bisogna sapere del metodo classico

Al palato il metodo classico risulta sapido, mentre al naso sa di pasticceria secca e di lievito, oltre che di fiori un po’ appassiti, di confetture e di agrumi. Questo vino può essere abbinato a una grande varietà di salumi e ai piatti di pesce. Va tenuto presente, tuttavia, che lo spumante deve essere tanto più deciso quanto più risulta saporito il piatto. Il culatello e il salmone affumicato sono due degli ingredienti che più valorizzano il vino in questione, che vanta note di canditi, di uva passa e di frutta secca, insieme con un lieve sentore di brioche appena sfornata.