Pitiriasi rosea

Questa forma di dermatosi benigna è, in primo luogo, una malattia non contagiosa della pelle e, inoltre presenta un decorso non particolarmente lungo. Di solito, quindi, la pitiriasi rosea, regredisce spontaneamente, senza che, nei maggiori dei casi, il soggetto abbia la necessità di essere sottoposto a particolari cure.

Rassicurati, tutti, su questi aspetti, va ricordato che il suo nome completo è pitiriasi rosea di Gibert, proprio perché, nel 1860, fu Camille-Melchior Gibert, per la prima volta, a descriverla. È un disturbo dermatologico alquanto comune, anche perché, seppure a tutt’oggi non sia ancora ben note le cause che portano a far insorgere la pitiriasi rosea, uno dei fattori che potrebbero favorire la sua presenza sulla pelle pare sia proprio lo stress.

Le principali caratteristiche della pitiriasi rosea

Tra le varie caratteristiche che contraddistinguono questa forma di dermatosi benigna, è che si può manifestare, nel corso della nostra vita, per una sola volta. Invece, più in generale, la pitiriasi rosea è caratterizzata da delle placche singole asintomatiche, che appaiono essere squamose e dal colorito rosa e rosso. Queste sorte di “medaglioni”, possono presentare una estensione che va dai 2 centimetri fino ai 10 centimetri.

Di solito, possono apparire sul retro del tronco, sul collo e sul torace. Invece, per quanto riguarda la durata della pitiriasi rosea, l’eruzione, normalmente, può avere una durata che può oscillare tra le sei e le nove settimane, mentre è molto alquanto raro che si possa andare ad estendere oltre alle dodici settimane.

Secondo prassi, la pitiriasi rosea può interessare una popolazione giovanile, tra i dieci anni e trentacinque anni, seppure, negli ultimi tempi, si siano andati a registrare vari casi di pitiriasi rosea anche in soggetti con una età molto più avanzata.

Altra caratteristica della pitiriasi rosea è che questa colpisce, per lo più, durante la stagione primaverile e autunnale.

Complicazioni della pitiriasi rosea

In base alle attuali conoscenze mediche, gli specialisti reputano la pitiriasi rosea priva di rilevanti complicazioni. Tuttavia, nei casi in cui la pitiriasi rosea persista per un periodo superiore ai tre mesi, è fortemente suggerito consultare il medico. Difatti, si potrebbe avere una particolare reazione ad un farmaco, oppure aver contratto un altro tipo di malattia.

Comunque, in caso di gravidanza, la rosea persista non è per nulla da sottovalutare. Di fatti, come è emerso chiaramente in numerose ricerche, la sua diagnosi in gravidanza può essere la causa di un aborto spontaneo, come pure di un parto prematuro. Alcune delle partecipanti a queste ricerche, inoltre, hanno evidenziato varie complicazioni ante e post parto.

Quando può risultare difficile il diagnosticare la pitiriasi rosea

Seppure la medicina abbia, indiscutibilmente, fatto passi da gigante, tuttavia, vi sono particolari situazioni in cui può risultare difficile da diagnostica una pitiriasi rosea. Per esempio, una malattia ricorrente, una evoluzione più lunga del solito, un insorgere senza che vi sia stata poi una generalizzata eruzione, un aspetto insolito e inusuale possono rendere difficile il diagnosticare la pitiriasi rosea.

Quali sono le cause della pitiriasi rosea

Ancora oggi, nessun specialista sa affermare quali possano essere le cause della pitiriasi rosea. Difatti, per alcuni esperti non è una forma di allergia, per altri ancora tanto i funghi quanti i batteri non ne sarebbero la causa. In linea generale, molti sostengono che le cause della pitiriasi rosea potrebbe essere lo stress.

Una delle teorie oggigiorno maggiormente in auge, suggerisce che la pitiriasi rosea potrebbe essere una tipologia di infezione virale, la quale andrebbe a causare una eruzione cutanea.

Tuttavia, a differenza di quanto avviene con altre malattie causate dai virus, la pitiriasi rosea non può essere trasferita ad altre persone attraverso il contatto fisico. Per di più, è da considerare che solamente in rari casi si manifesta, come effetto collaterale di alcuni farmaci, una eruzione cutanea.

Come avviene la diagnosi della pitiriasi rosea

Per stabilire la diagnosi, non è necessario ricorrere ad alcun tipo di test. Di fatti, l’osservazione clinica, unitamente ad alcune domande poste alla persona affetta da pitiriasi rosea, consentono al medico di confermare la sua diagnosi. In linea generale, possono essere prescritti dei test sierologici, ovvero analisi del sangue. Infatti, ad esempio, una sifilide può, in determinati momenti, assomigliare alla eruzione della pitiriasi rosea di Gilbert.

Come trattare la pitiriasi rosea

La maggior parte dei soggetti colpiti dalla pitiriasi rosea, ha, principalmente, solo bisogno di essere informata sul decorso naturale della malattia, piuttosto di avere un protocollo di trattamento aggressivo. Se, poi, il soggetto, non può aspettare, oppure soffre troppo per prurito, vi sono molti modi per migliorare naturalmente la pitiriasi rosea.

Seppure sinteticamente, vediamo qui alcuni dei metodi naturali utili a trattare la pitiriasi rosea. Un esempio eccellente, è dato dal gel di aloe vera, il quale è notorio per essere un encomiabile rinfrescante per la pelle. Per provare sollievo, quindi, sarà sufficiente massaggiare il gel all’aloe vera sull’eruzione cutanea. Per lenire la pelle potrà essere, anche, utilizzata una crema a base di ossido di zinco.

In conclusione, altro rimedio naturale contro la pitiriasi rosea è dato dal bicarbonato di sodio, il quale, aggiunto nell’acqua calda, sarà particolarmente utile per il prurito.