Sigarette elettroniche

Nei primi mesi del 2019 si era diffusa una voce secondo la quale Xiaomi avrebbe potuto iniziare a produrre anche sigarette elettroniche. Il colosso cinese, che produce una vasta gamma di articoli, dagli smartphone ai tablet, passando per l’elettronica di consumo e finanche droni, ha smentito i rumors attraverso un proprio portavoce.

La smentita ufficiale da parte di Guan Wei

L’azienda fondata da Lei Jun nel 2010 ha preso ufficialmente posizione in merito alle speculazioni che hanno cominciato a circolare con una certa insistenza all’interno del settore: “Lo ripeto ancora una volta” – si legge in un post su Weibo Wei pubblicato da Guan Wei, il portavoce della compagnia- “Xiaomi non produrrà sigarette elettroniche“. Nel post si legge, inoltre, che l’azienda si riserva il diritto di perseguire le vie legali contro “le organizzazioni rilevanti, le istituzioni e gli individui” che hanno utilizzato in modo improprio il marchio Xiaomi e hanno confuso i consumatori.

In realtà, le voci relative ad una possibile commercializzazione di una e-cig griffata Xiaomi non erano completamente campate per aria. Alla fine del 2017, infatti, era già comparsa sul mercato una sigaretta elettronica con il brand del colosso cinese ma, con tutta probabilità, si trattava di un prodotto di imitazione venduto da un’altra azienda che si era indebitamente appropriata del marchio Xiaomi (si tratta di una pratica piuttosto diffusa). A dare ulteriore consistenza alle voci di un possibile ingresso dell’azienda nel settore del ‘vaping’ aveva contribuito anche la circolazione di una (presunta) locandina pubblicitaria; quest’ultima, diffusasi rapidamente attraverso il web, fissava addirittura una possibile data di presentazione (21 maggio 2019) a Shenzen del nuovo prodotto. Secondo un’ulteriore ipotesi circolata in rete alcuni mesi or sono, la Xiaomi avrebbe iniziato la produzione di sigarette elettroniche sulla base di una collaborazione commerciale con il gruppo Jinjia, colosso cinese dell’industria degli imballaggi (in particolare quelli per gli smartphone Meizu, Vivo e Oppo) che produce anche e-cig in collaborazione con China Tobacco. La partnership tra Xiaomi e Jinja avrebbe portato alla creazione di una compagnia sussidiaria (la Shenzhen Yinwei Technology).

Ad ogni modo, la posizione ufficiale assunta dall’azienda pare molto netta ed assolutamente contraria all’ingresso in un segmento di mercato che sta registrando un’espansione costante a livello globale.

Anche in Italia, dove la Xiaomi si sta ritagliando uno spazio importante, specie nel settore della telefonia mobile, lo ‘svapo’ gode di un successo crescente. Anche per questo motivo, il rifiuto da parte del colosso cinese di entrare in un settore di mercato in espansione (anche in considerazione di quanto sia vasto il catalogo dei prodotti sviluppati e commercializzati più o meno direttamente dalla stessa Xiaomi) potrebbe lasciare quantomeno perplessi; in aggiunta, l’azienda, che nei primi mesi del 2019 ha presentato 50 nuovi prodotti, si è limitata a ribadire la propria posizione senza fornire, ad ora, alcuna motivazione ufficiale dettagliata.

Dove e come acquistare le sigarette elettroniche

Secondo alcuni, sfruttando il proprio know how, la Xiaomi avrebbe potuto fornire un contributo significativo allo sviluppo del settore delle e-cigarettes; inoltre, restando fedele alla propria politica sui margini di guadagno (pari al 5%), la competitività nel settore sarebbe stata quantomeno garantita. Di contro, è possibile che l’azienda di Lei Jun ne abbia fatto anzitutto una questione d’immagine.

Ad ogni modo, sul mercato non mancano le offerte e le possibilità per chi vuole entrare a far parte della comunità del ‘vaping’, in crescita sia in Italia che a livello internazionale. Nel nostro Paese, infatti, le sigarette elettroniche sono reperibili sia presso i negozi fisici sia attraverso gli store online di rivenditori specializzati: siti come vaporoso.it consentono di acquistare prodotti certificati e verificati, come i dispositivi elettronici per la vaporizzazione o le ricariche di liquido per la nebulizzazione, da poco entrate a far parte dell’elenco dei prodotti soggetti al monopolio di Stato.