Esercitare l’attività della cartomanzia è lecito, ma solo a certe condizioni. Per capire il perché è necessario fare riferimento alla pronuncia del 1° luglio del 2020 del Consiglio di Stato, attraverso la quale è stata annullata la chiusura di un servizio di cartomanzia al telefono in Umbria. I servizi di cartomanzia e di astrologia che sono muniti di un codice Ateco, infatti, non devono essere considerati un’attività economica proibita. Il divieto scatta nel momento in cui essi si svolgono secondo modalità tali da abusare della superstizione e dell’ignoranza delle persone.

I cartomanti non sono ciarlatani

Il Testo unico pubblica sicurezza del 1931 all’articolo 121 definiva i cartomanti come ciarlatani, ma oggi questa nomea non è più riconosciuta: erano ciarlatani perché svolgevano un’attività il cui scopo era quello di alimentare o sfruttare il pregiudizio altrui e speculare la credulità delle persone. Bene, oggi lo Stato sancisce che il suo compito è solo quello di accertare che valori e beni di carattere superiore – leggi: la salute dei cittadini, il buon costume e l’ordine pubblico – non vengano messi a repentaglio. In uno scenario simile, si può considerare un bene commerciabile anche l’attività divinatoria che viene svolta dal cartomante, per quanto possa sembrare un servizio non utile. D’altro canto il mercato ha un’offerta e una domanda; di conseguenza gli interpreti di sogni e gli indovini devono essere valutati di volta in volta.

A che cosa serve la cartomanzia

Si ritiene la cartomanzia in grado di soddisfare una necessità che è di sicuro opinabile e che per molte persone è illusoria, ma che in ogni caso merita di essere soddisfatta. Proprio per questo motivo può favorire l’esistenza di una domanda corrispondente in termini commerciali. Sempre riprendendo il parere dei giudici, è possibile elevare l’asticella della difesa sociale in quanto c’è meno bisogno di tutelare i cittadini rispetto alla tentazione di affidarsi alla divinazione del futuro sulla base di una speranza di precognizione che è sia illusoria che fragile. La sola soglia che non deve essere oltrepassata è quella che chiama in causa lo sfruttamento della credulità delle persone. In pratica, gli utili dei cartomanti non devono essere sovradimensionati in rapporto al valore economico effettivo dei servizi o dei beni che vengono scambiati o alle risorse che vengono utilizzate.

La dimensione economica

È auspicabile che vi sia un rapporto di proporzione tra la tariffa richiesta e il servizio di divinazione che si mette a disposizione: solo se questo rapporto viene meno, la cartomanzia diventa ciarlataneria. È facoltà dei veggenti richiedere un compenso, a condizione che non lo si consideri come una contropartita per una prestazione realmente efficace e senza possibilità di errore. Non si può parlare di speculazione nel momento in cui si offre la prestazione nella sua essenza reale e viene mantenuto un equilibrio tra la prestazione stessa e il corrispettivo pattuito. Al contrario, l’ipotesi della ciarlataneria – che è vietata – si concretizza se il cartomante millanta il possesso di capacità taumaturgiche e prodigiose in virtù delle quali richiede un pagamento eccessivo e poco proporzionato in confronto a quella che dovrebbe essere una valenza solo consolatoria. Per i giudici, si può paragonare la cartomanzia ai concorsi pronostici, i quali non sono proibiti dal momento che la posta è proporzionata alle probabilità di esito positivo.

Perché affidarsi a Metatroncenter

Alla luce di queste spiegazioni, si può navigare sul sito web di Metatroncenter, all’indirizzo metatroncenter.it, avendo la certezza di non essere ingannati, ma anzi sfruttando la possibilità di trovare risposte ai propri dubbi e soluzioni alle proprie domande. Ci si interfaccia, infatti, con esperti del settore che vantano una notevole conoscenza dei diversi metodi di divinazione, per garantire servizi concreti, professionali e validi, qualunque sia la necessità che deve essere assecondata.